Come noto la città di Latisana ed i comuni limitrofi in sinistra e destra idrografica sono soggetti al rischio di esondazione delle acque del fiume Tagliamento. A valle dell’abitato di Madrisio e fino alla foce, il fiume assume un andamento meandriforme con una sezione dell'alveo ridotta; in particolare, in corrispondenza dell'abitato di Latisana, la larghezza si riduce a 180 m e consente di far transitare portate dell’ordine di 4000-4500 mc/s. Tali portate sono correlabili ad eventi di piena aventi tempo di ritorno centennali il che determinano l’esistenza di un rischio non trascurabile per i territori attraversati dall’asta fluviale. In corrispondenza di Latisana vi sono due ponti di elevata importanza da un punto di vista dei collegamenti, il ponte ferroviario della linea Venezia-Trieste e quello della strada statale 14 che collega Portogruaro a Latisana. La prima di tali opere è abbastanza critica per la sicurezza idraulica e demarca la sezione critica. Si tratta di una struttura in acciaio ricostruita nel 1947 dopo i bombardamenti della guerra, costituita da 3 campate: due laterali con luce di 51 metri e una centrale con luce di 64 metri; poggia su due pile, fondate in alveo e su due spalle poste a contatto con i due argini del fiume. Al momento della sua costruzione la trave principale del ponte si trovava a quota 10,22 m sul medio mare e attraversava l’argine al punto più alto (11,16 m). Dopo l’evento di piena del 1966 l’argine del fiume fu rialzato e rinforzato su ambo i lati tramite un muretto in calcestruzzo alto 1 metro circa, senza però sollevare anche il ponte e la massicciata della ferrovia. Nel corso degli anni lungo l’asta, oltre all’innalzamento degli argini, sono stati realizzati alcuni interventi che consentono una riduzione del rischio; in quest’ottica nel 2010, con un investimento complessivo di oltre 20 milioni di euro, Rete Ferroviaria Italiana (RFI) ha provveduto ad innalzare il ponte ferroviario sul Tagliamento di 110 centimetri ed a porre in opera un impianto elettromeccanico di elevazione delle travate capace di innalzare il ponte di ulteriori 120 centimetri. L’operazione di innalzamento meccanico è alquanto complessa e richiede l’esecuzione di un’attività di esercitazione per verificare flussi informativi, procedure di allertamento, di attivazione e funzionalità della “catena di comando” e delle strutture operative. In quest’ottica, in occasione del cinquantenario della piena che ha colpito la città di Latisana il 2 settembre 1965, si è svolta una esercitazione di sollevamento del ponte che ha visto coinvolte la Prefettura di Udine, Rete Ferroviaria Italiana, la Sala Operativa Regionale di Protezione Civile e il Compartimento di Polizia Ferroviaria del Friuli Venezia Giulia. Complesso e articolato lo scenario dell’esercitazione che è iniziata già lunedì 31 agosto quando il Centro Funzionale Decentrato (CFD) della Protezione Civile del FVG ha emesso un avviso meteo con criticità idraulica “gialla” per piogge molto intense e la comunicazione di stato di attenzione per il ponte di Latisana. Martedì 1 settembre la criticità è salita al livello “arancione” e mercoledì 2 settembre a “rossa”. In base ai bollettini di piena, RFI ha attivato lo stato di “preallarme” e “allarme” sul ponte ferroviario che hanno comportato rispettivamente l’attivazione del presidio continuativo del ponte ferroviario e l’avvio delle procedure di sollevamento. Alle 22:40 in coincidenza con la fase di “allarme” RFI ha pertanto sospeso la circolazione ferroviaria e proceduto al taglio delle rotaie e all’innalzamento di tutte le travate metalliche del ponte tramite i martinetti elettromeccanici (binario dispari posto a monte). L’innalzamento di circa 1 metro delle travate del ponte, per una lunghezza di 166 metri, ha comportato oltre al taglio delle rotaie in più punti, il sollevamento di tutti i cavi relativi ai sistemi tecnologici e della linea di trazione elettrica. Passata l’ondata di piena, alle 2:40 di giovedì 3 settembre, RFI ha riabbassato il ponte e risistemato la linea per la normale circolazione. L’intervento simulato contribuisce, in caso di piena, alla riduzione del rischio di formazione di un profilo di rigurgito a monte dovuto alla presenza della struttura, permettendo un libero deflusso delle acque.