Il volontariato è una “struttura operativa” del servizio regionale della protezione civile, con funzioni di supporto alle azioni di protezione civile adottate dalle istituzioni, sia nell’ambito delle attività di previsione e prevenzione delle varie ipotesi di rischio e nelle attività di soccorso, che della fattiva ed indispensabile attività di collaborazione alla sensibilizzazione civile nei confronti della collettività alle problematiche di protezione civile.
Il volontariato di protezione civile oggi si pone come espressione di una moderna coscienza civile e come testimonianza del dovere di solidarietà sociale. Sotto la spinta delle gravi emergenze verificatesi in numerose regioni italiane, il volontariato è andato caratterizzandosi come fenomeno di vasta portata, distinguendosi sempre più sotto il profilo numerico ed organizzativo.
Nelle svariate emergenze in cui si è trovato ad operare il volontariato ha dimostrato di essere in grado di fornire un servizio organizzato tale da garantire capillarità, efficacia e tempestività d’intervento, integrandosi con le forze istituzionali presenti sul territorio e valorizzando nel contempo l’apporto della cittadinanza negli interventi di protezione civile .
Tuttavia l’ascesa del volontariato, a cui abbiamo assistito in questi ultimi anni, non è legato solo agli interventi di soccorso in emergenza, ma anche all’attenzione costante nei confronti delle situazioni di rischio che potrebbero minacciare l’uomo e l’ambiente in cui vive, con ciò interpretando modernamente quel “diritto alla protezione civile” che si va affermando nella società moderna come il diritto di ciascuno all’incolumità ed alla salute della persona e dell’ambiente che lo circonda.
Come si conviene ad una società pluralista e partecipativa, lo Stato ha ritenuto doveroso incoraggiare e sostenere la cultura e lo sviluppo del volontariato. Con la Legge istitutiva del Servizio nazionale di protezione civile anche le organizzazioni di volontariato sono entrate a far parte del sistema pubblico alla stregua delle componenti istituzionali come il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, le Forze Armate, le Forse di Polizia, il Corpo Forestale dello Stato, ecc (L. 24 febbraio 1992, n. 225).
Il riconoscimento del ruolo svolto dal volontariato di protezione civile è comprovato anche dai regolamenti che lo Stato ha emanato per disciplinare la partecipazione delle organizzazioni di volontariato in tutte quelle azioni in cui si esplica l’attività di protezione civile: pianificazione, previsione, prevenzione, soccorso, addestramento e simulazione di emergenza, attività di ricerca, recupero e salvataggio in acqua e formazione teorico-pratica (D.P.R. 21 settembre 1994, n. 613 e D.P.R. 8 febbraio 2001, n. 194).
Inoltre, ai volontari aderenti ad organizzazioni di volontariato, impiegati in attività di soccorso ed assistenza in vista o in occasione delle emergenze, sono garantiti, relativamente al periodo di effettivo impiego che il datore di lavoro peraltro è tenuto a consentire, il mantenimento del posto di lavoro e del trattamento economico e previdenziale da parte del datore di lavoro, nonché la copertura assicurativa.
Vi sono organizzazioni di volontariato a carattere nazionale ed altre a carattere regionale; queste ultime, spesso coordinate tra loro, sono in grado di formare, in caso di necessità, un’unica struttura di rapida chiamata per gli interventi, a garanzia della tempestività e dell’efficacia dell’intervento.
Anche nell’ambito del Sistema integrato di protezione civile della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, il volontariato di distingue come la componente operativa più numerosa. Nella Regione si contano attualmente circa 12.000 volontari di protezione civile appartenenti a circa 50 Associazioni di volontariato ed ai 219 Gruppi comunali di volontari di protezione civile.
La legge regionale di protezione civile (L.R. 31 dicembre 1986, n. 64) riconosce la funzione del volontariato come espressione di solidarietà sociale, quale forma spontanea, sia individuale che associativa, di partecipazione dei cittadini all’attività di protezione civile a tutti i livelli, assicurandone l’autonoma formazione, l’impegno e lo sviluppo. La sua attività è gratuita e si svolge in forma di collaborazione, secondo le direttive impartite dalle strutture istituzionali.
Il modello organizzativo adottato dalla Regione in tema di volontariato di protezione civile trova espressione nei regolamenti attuativi concernenti:
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le modalità per l’iscrizione dell’Elenco regionale delle Associazioni di volontariato e gli obblighi derivanti dall’iscrizione, suddiviso per competenze professionali e specialità, nonché per il livello di operatività territoriale (D.P.G.R. 12 settembre 1988, n. 0366/Pres.);
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la costituzione ed il funzionamento del Gruppo comunale volontari di protezione civile (D.P.G.R. 10 luglio 1991, n. 0381/Pres.).
Sono considerate associazioni di volontariato quelle associazioni liberamente costituite che, per fini solidaristici e gratuitamente, si occupano prevalentemente o hanno finalità di protezione civile, dotate di un’organizzazione specifica costituita da nuclei autosufficienti ed in grado di essere mobilitate per interventi di protezione civile, in sede locale, regionale ed extraregionale.
Le organizzazioni di volontariato vengono classificate per competenza professionale e specialità e per livello di operatività all’interno degli ambiti territoriali di livello comunale, sovracomunale, provinciale o regionale. I settori di attività sono: comunicazioni, soccorso sanitario, antincendio, soccorso alpino e speleologico, soccorso in acqua, unità cinofile, tecnico logistico, ausiliario e di assistenza, chimico e nucleare.
Per quanto concerne le forme di partecipazione alle attività di protezione civile, i volontari, possono essere impiegati in caso di emergenza o per situazioni di preallarme sul territorio regionale, nonché per le esercitazioni settoriali o globali organizzate al fine di migliorare il grado di operatività e di alta specializzazione dei volontari stessi e di tutta la struttura di appartenenza.
Nell’ambito della solidarietà nazionale, le organizzazioni di volontariato della Regione possono anche essere chiamate a dare la loro disponibilità al di fuori del territorio regionale, previa intesa con la regione interessata e con il coordinamento della Protezione civile della Regione.
Nell’ambito della cooperazione e della solidarietà internazionale, la Regione, per il tramite della Protezione civile, è autorizzata ad intervenire a favore delle popolazioni colpite da gravi eventi calamitosi, conflitti armati, epidemie, situazioni di denutrizione e gravi carenza igienico-sanitarie anche con l’organizzazione diretta di aiuti per soccorsi rivolti alle popolazioni colpite, ai profughi e ai rifugiati (L.R 30 ottobre 2000, n. 19).
Il ruolo di collaborazione con il mondo del volontariato è stato rafforzato negli ultimi anni con la stipula di apposite convenzioni. In tempi recenti sono state stipulate le convenzioni con l’Associazione Nazionale Alpini e il Coordinamento regionale Unità Cinofile, con le quali sono state meglio definite le modalità operative finalizzate a raggiungere una maggiore incisività delle attività di prevenzione globale sul territorio.
Per quanto concerne i Gruppi comunali di volontari di protezione civile, la legge regionale 64/1986, all’articolo 7, riconosce al Comune, ente base di protezione civile, la funzione di organizzare e coordinare gli apporti del volontariato, dando luogo ad una struttura che risulta più strettamente collegata all’Ente locale, venendo di fatto inserita nei servizi comunali di protezione civile.
I Gruppi comunali di volontari di protezione civile della Regione sono stati costituiti in tutti i 219 Comuni della Regione e sono formati da cittadini che prestano la loro opera, senza fini di lucro o vantaggi personali, in attività di previsione, prevenzione e soccorso in caso di calamità che interessano il relativo territorio, nonché il ripristino a seguito dell’emergenza.
Il responsabile della struttura comunale di protezione civile è il Sindaco, che è la prima autorità di protezione civile. All’interno del Gruppo comunale possono essere formate squadre specializzate, in relazione a particolari e diversificati rischi incombenti sul rispettivo territorio.
I Gruppi comunali di protezione civile costituiscono un fenomeno di grande rilievo nel contesto regionale sia per il numero di persone coinvolte, sia per la mole dell’attività svolta non solo durante le emergenze ma anche in condizioni di normalità. Un ulteriore aspetto di particolare rilievo consiste nel positivo rapporto di collaborazione che il Gruppo comunale riesce ad instaurare con le comunità locali.
Grazie infatti alla capillare diffusione su tutto il territorio regionale, ed in particolare nelle aree più marginali e a rischio, i gruppi assicurano efficienza al sistema di protezione civile, svolgendo una preziosa funzione di controllo e di presidio del territorio e promuovendo la cultura di protezione civile e di salvaguardia dell’ambiente.
La promozione della costituzione dei Gruppi comunali in tutti i 219 Comuni della Regione si è rivelata un’idea vincente; infatti il Comune è l’Ente che più di ogni altro è vicino ai cittadini e può più facilmente comprendere i bisogni ed interpretare le aspettative della popolazione locale.
A distanza di più di dieci anni dalla costituzione dei primi gruppi comunali ora è stata avviata una nuova fase che vede il coinvolgimento attivo degli amministratori e dei volontari dei Gruppi stessi e che si contraddistingue per l’attenzione che rivolge al tema della formazione, dell’addestramento e dell’aggiornamento costante, al fine di ottimizzare l’apporto che l’aggregazione delle risorse umane, sia essa sotto forma di Associazioni di volontariato che di Gruppi comunali di volontari, può dare al sistema integrato di protezione civile sul territorio nella formazione di una cultura di protezione civile.
Il piano di formazione permanente per gli operatori di protezione civile approvato dalla giunta regionale per il triennio 2004 - 2007 prevede di una pluralità di azioni didattiche distinte in base alle modalità adottate (formazione in presenza e on line), ai contenuti trattati (formazione teorica e pratica), e ai destinatari a cui si rivolge (amministratori, funzionari comunali, responsabili di gruppi comunali, nuclei formativi locali, volontari).
Per venire incontro all’esigenza sentita dal volontariato di svolgere un ruolo attivo e propositivo in ogni fase delle attività di protezione civile, il piano di formazione prevede la creazione, nell’ambito di ciascun gruppo comunale, di un nucleo locale di riferimento per le azioni formative costituito dal manager formativo e dal mediatore, entrambi individuati nell’ambito del gruppo comunale di protezione civile.
Il ruolo del manager formativo è quello di promuovere a livello locale gli incontri formativi dei volontari e di organizzare le attività divulgative nei confronti della popolazione, condividendo con il resto del gruppo il bagaglio di esperienze e di competenze acquisite durante i corsi e contribuire in tal modo alla formazione del gruppo; il ruolo del mediatore è quello di facilitare l’accesso alla formazione on line anche per coloro che hanno limitate conoscenze tecnico-informatiche.
Il Piano di formazione per gli operatori di protezione civile prevede oltre ai corsi in aula anche corsi a distanza (e-learning) che si distinguono in due livelli: corsi teorici di base e corsi teorico specialistici.
Tra i corsi specialistici si annoverano, tra gli altri, i corsi dedicati ai volontari antincendio boschivo (AIB). La disciplina per la difesa e la conservazione del patrimonio boschivo dagli incendi, contenuta nella legge regionale 18 febbraio 1977, n. 8 prevede infatti l’impiego delle squadre comunali nonché delle associazioni aventi identica finalità per le operazioni di estinzione degli incendi boschivi.
Tali squadre di volontari antincendio boschivo sono formate da volontari comunali di protezione civile che hanno seguito corsi settoriali specialistici ed operano durante tutto l’anno, ed in particolare durante il periodo di massima pericolosità per gli incendi boschivi, nello svolgimento di attività di prevenzione, avvistamento e spegnimento degli incendi boschivi.
Le squadre comunali volontarie antincendio boschivo fanno parte a pieno titolo dei Gruppi comunali di protezione civile, ed infatti, ai sensi dell’articolo 10 della legge regionale 8/1977, esse “sono considerate a tutti gli effetti appartenenti all’Elenco regionale di cui all’articolo 30 della legge regionale 64/1986”.
Per quanto riguarda il sostegno economico, la Protezione civile della Regione provvede, ai sensi dell’articolo 11 della citata legge regionale 8/1977, alla concessione di finanziamenti annuali per fronteggiare le spese di funzionamento delle squadre comunali volontarie antincendio boschivo e per la manutenzione delle rispettive dotazioni. Alle squadre antincendio è garantita inoltre, sempre da parte della protezione civile regionale, la copertura assicurativa in caso di infortunio nel corso delle operazioni di estinzione degli incendi, dei corsi di formazione, delle esercitazioni periodiche, nonché di salvataggio di persone o cose.
Anche la più recente legge – quadro nazionale in materia di incendi boschivi (L. 21 novembre 2000, n. 353) nella lotta contro gli incendi boschivi prevede che le regioni si avvalgano, oltre che delle proprie strutture e dei propri mezzi aerei di supporto all’attività, delle squadre a terra appartenenti agli organi istituzionali (Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, del Corpo forestale, delle Forze Armate e delle Forze di polizia dello Stato) anche di personale appartenente ad organizzazioni di volontariato, dotato di adeguata preparazione professionale e di certificata idoneità fisica, qualora impiegato nelle attività di spegnimento del fuoco.
Si è parlato sin qui del volontariato in termini di risorse umane.
Nell’ambito dell’organizzazione delle risorse non si può negare l’importanza che assumono le risorse materiali, cioè mezzi adeguati, attrezzature efficienti, strumenti di comunicazione efficaci.
La dotazione di mezzi e strumenti operativi è sempre stata per la Regione una priorità. La salvaguardia del territorio e dell’incolumità pubblica, infatti, hanno una rilevanza primaria nello sviluppo del “Sistema protezione civile”. La legge regionale autorizza l’Amministrazione a concedere finanziamenti agli Enti Locali, singoli o associati, ed alle Associazioni di volontariato per la dotazione delle strutture regionali, provinciali, comunali e consorziali di apparecchiature e di impianti di rilevamento e comunicazione, di attrezzature e mezzi operativi per la dotazione di sedi di allocamento e deposito, nonché per l’organizzazione di corsi di addestramento alle attività di protezione civile per gli operatori addetti e, relativamente agli Enti Locali, per l’espletamento delle attribuzioni che la medesima legge ad essi attribuisce.
Riassumendo, si può affermare che è pressoché conclusa la prima fase che si contraddistingue per l’importanza riconosciuta all’impegno di provvedere alla dotazione base minima di attrezzature per l’autonomia e la mobilità delle squadre di volontari di protezione civile ed al potenziamento delle strutture ricettive dei Gruppi comunali e delle Associazioni di volontariato, mediante il recupero o l’ampliamento degli edifici. Tra le attrezzature non va dimenticata la fornitura di kit di protezione individuale per gli operatori di protezione civile per garantire l’operatività in sicurezza e la riconoscibilità nello svolgimento delle attività di protezione civile, nonché per rafforzare il senso di appartenenza.
In tempi più recenti, è stata avviata la seconda fase che s’incentra invece sulla programmazione delle attività di formazione e di aggiornamento, mediante il finanziamento di progetti formativi che si basano sulla pianificazione di attività addestrative ed esercitative, su una maggior informazione, anche tramite la diffusione di pubblicazioni divulgative, sui temi della protezione civile rivolta sia alla specializzazione degli “addetti ai lavori”, sia alla sempre maggior sensibilizzazione delle popolazioni alle problematiche dell’emergenza e della post emergenza.
Nuovi criteri per la definizione delle modalità di concessione dei finanziamenti, finalizzati al potenziamento del volontariato di protezione civile, sono stati adottati con apposito regolamento (D.P.Reg. 17 maggio 2002, n. 0140/Pres.)
Tenuto debito conto di una realtà in continua crescita ed incessante evoluzione come risulta essere di fatto quella del servizio di protezione civile, il regolamento oggi vigente prevede l’elaborazione di un programma annuale (Pianificazione tecnica annuale per il potenziamento del volontariato di protezione civile) redatto dalla Protezione civile della Regione che, sulla base della situazione contingente e della previsione futura delle attività di protezione civile, individua gli obiettivi da raggiungere tramite la concessione di finanziamenti, fissando i criteri di priorità per la formazione della graduatoria, le percentuali massime di finanziamento e il tetto massimo di spesa per ogni tipologia di finanziamento.
Particolarmente importante è il rilievo che viene dato alla progettualità dei soggetti beneficiari. Infatti una parte dei fondi disponibili del programma annuale è destinata a finanziare progetti organici elaborati dagli Enti Locali e dalle Associazioni di volontariato, in forma singola o associata, per attività di protezione civile.
L’aspetto innovativo di questa iniziativa consiste nel fatto che, in questo modo, è data la possibilità agli Enti Locali e alle Associazioni di collaborare fattivamente con la Protezione civile della Regione, segnalando nuove necessità del Sistema e individuando nuove soluzioni organizzative o strumentali per le problematiche afferenti al mondo del volontariato di protezione civile. I suggerimenti che scaturiscono da questi progetti possono pertanto fornire utile materiale di riflessione per l’elaborazione dei programmi annuali riferiti agli anni successivi da parte della Protezione civile della Regione e consentono di concretizzare quell’interazione che da sempre caratterizza il sistema di protezione civile inteso come sistema integrato aperto e dinamico.
Nel corso degli anni, alla luce dei risultati conseguiti, si può affermare che questo modello organizzativo ha dato ottima prova ed ha rafforzato la Regione nel convincimento che il cammino verso la valorizzazione del volontariato è la strada giusta da percorrere per lo sviluppo di una moderna coscienza di protezione civile.
Il modello organizzativo del volontariato di protezione civile della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, basato sulla compresenza dei Gruppi comunali e delle Associazioni di volontariato, ha dato buona prova di sé, distinguendosi nelle emergenze e diventando un esempio a livello nazionale.