Stato di emergenza decretato a seguito degli intensi ed eccezionali fenomeni temporaleschi occorsi il giorno 29 giugno 2006

30 giugno 2006
Palmanova

Nel primo pomeriggio di giovedì 29 giugno 2006 le previsioni meteorologiche indicavano il sopraggiungere sulla parte centrale del territorio regionale di una perturbazione di tipo temporalesco piuttosto intensa con possibili grandinate e vento molto forte. Prontamente la Protezione civile regionale, attraverso la Sala Operativa Regionale, provvedeva ad allertare i comuni della regione.
Come preannunciato a partire dalle ore 15 una parte consistente del territorio regionale veniva interessata da fenomeni temporaleschi caratterizzati da raffiche di vento di eccezionale intensità. In particolare risultavano colpite l’alta pianura e l’area pedemontana pordenonesi, le zone collinare e pedemontana udinesi, alcuni comuni  della Carnia e parte della Val Canale.
Poco dopo le ore 15 del giorno 29 giugno 2006, pervenivano alla Sala Operativa della Protezione civile della regione le prime segnalazioni di alberi abbattuti e strade interrotte. I primi comuni interessati dalle violente raffiche di vento erano quelli della zona occidentale del pordenonese, ma rapidamente la perturbazione si spostava colpendo una fascia trasversale del territorio collinare e pedemontano della regione.


Comuni che hanno segnalato danni imputabili all'evento calamitoso

 

Il monitoraggio della situazione idrometeorologica, attraverso l’acquisizione dei parametri provenienti in tempo reale dai sensori di vento, dotati anche di analizzatori di raffica, e dai pluviometri della rete regionale di monitoraggio gestita dalla Protezione Civile della Regione, evidenziavano i seguenti valori:

 Tab.1 – Massima raffica di vento registrata tra le ore 15 e le 16 del 29 giugno 2006

Stazione anemometrica

Velocità max raffica (km/ora)

Arba

93

Osoppo

89

Pordenone meteo

67

Tolmezzo meteo

44

Zompitta meteo

62

Sella di Sompdogna

59


Tab.2 - Dati pluviometrici: scrosci di precipitazione intensa di durata mezz’ora

Stazione pluviometrica

Scroscio max intensità (mm/1/2ora)

Alesso

16.8

Arba

19.2

Chiusaforte

12.6

Clauzetto

16.0

Forcate

23.2

Musi

24.6

Osoppo

9.2

Pordenone meteo

18.4

S.Daniele del Friuli

16.2

Sacile

16.8

Tolmezzo meteo

10.0

Vacile

11.2

Villa Santina

18.4


Dall’analisi dei dati di vento e di pioggia delle tabelle 1 e 2 si deduce che il fenomeno più violento che ha caratterizzato l’evento dal punto di vista idrometeorologico è stato il verificarsi di “colpi di vento”, fenomeni causati dal sopraggiungere di masse di aria fredda al di sopra dell’aria calda dei bassi strati, molto forti viste le alte temperature dell’ultimo periodo ed accompagnati spesso da violenti e brevi acquazzoni con intensità molto significative considerata la brevità del periodo di pioggia che in molte zone non ha superato i 30-40 minuti.

La distribuzione spaziale dei fenomeni è stata alquanto disomogenea, con i fenomeni piovosi più intensi verificatisi nell’alta pianura pordenonese e nella zona prealpina, mentre i violenti colpi di vento, a volte anche non accompagnati da pioggia intensa, hanno interessato anche l’alta pianura udinese-pordenonese, le zone collinari, alcune aree della Carnia e della Val Canale.
Dal punto di vista temporale, in buon accordo con quanto previsto dal servizio meteorologico regionale ad inizio evento, i fenomeni hanno avuto durata limitata coinvolgendo le zone occidentali della Regione a partire dalle 15 circa, per terminare con l’attenuarsi dei fenomeni nella zona nord orientale intorno alle ore 17.
Al verificarsi dei primi danni prontamente le squadre comunali di protezione civile intervenivano sul proprio territorio per liberare le strade da alberi abbattuti, ramaglie, tegole o quanto altro fosse stato divelto dalla forza del vento. I volontari intervenivano anche in aiuto alla popolazione al fine di ripristinare la normale agibilità di abitazioni, autorimesse e capannoni danneggiati dalle forti raffiche di vento.
Alcune squadre comunali di protezione civile, dopo la messa in sicurezza del proprio territorio, venivano inviate dalla Sala Operative Regionale nei comuni maggiormente danneggiati tra i quali Dignano e Pinzano al Tagliamento.
Nel frattempo alla Sala Operativa regionale continuavano a pervenire segnalazioni di alberi caduti, strade interrotte, tetti scoperchiati, reti elettriche e telefoniche interrotte in varie zone, tanto da lasciare isolate intere frazioni per diverse ore.
Particolarmente danneggiati erano anche alcuni edifici pubblici. A Cordenons il municipio scoperchiato veniva allagato dalla pioggia, a Roveredo in Piano venivano scoperchiati il magazzino comunale e la palestra comunale, a Fontanafredda veniva divelta la copertura del dismesso asilo della frazione di Nave, a Udine le scuole di via Divisione Julia e di via Percoto venivano colpite da grossi alberi, a Dignano, Lusevera e Venzone venivano scoperchiate alcune chiese e canoniche. 
I problemi maggiori venivano registrati a danno della viabilità. A Pordenone venivano allagati i sottopassi di via Nuova di Corva e via Cappuccini. A Tramonti di Sotto la SS 552 veniva interrotta da grossi alberi caduti sulla sede stradale, a Buja era bloccato il traffico sulla strada per Gemona.


Capannoni scoperchiati nel pordenonese

Da una prima analisi della situazione risultavano colpiti i comuni di Arba, Aviano, Budoia, Caneva, Castelnovo del Friuli, Cavasso Nuovo, Clauzetto, Cordenons, Dignano, Fanna, Fontanafredda, Maniago, Meduno, Pinzano al Tagliamento, Polcenigo, Porcia, Pordenone, Prata di Pordenone, Roveredo in Piano, San Giorgio alla Richinvelda, San Martino al Tagliamento, San Quirino, Sequals, Spilimbergo, Tramonti di Sotto, Travesio, Zoppola, Amaro, Basiliano, Cassacco, Chiusaforte, Codroipo, Colloredo di Montealbano, Coseano, Dogna, Fagagna, Gemona del Friuli, Majano, Malborghetto, Martignacco, Moggio Udinese, Montenars, Moruzzo, Osoppo, Pagnacco, Pontebba, Pozzuolo del Friuli, Ragogna, Rive d'Arcano, San Daniele del Friuli, Tarcento, Tavagnacco, Treppo Grande, Udine, Venzone, Villa Santina, Cavazzo Carnico più di 60 comuni delle province di Pordenone e Udine e sul territorio venivano impegnati oltre 300 volontari delle squadre comunali di Protezione civile.


Edificio polifunzionale scoperchiato ad Amaro

La situazione appariva tale da indurre l’Assessore regionale alla Protezione Civile d’intesa col Presidente della Regione a dichiarare con decreto n° 600/PC/2006 di data 29 giugno 2006 lo stato di emergenza ai sensi della legge regionale n° 64/1986 al fine di far fronte alle prime ed immediate esigenze di pronto intervento sul territorio e di soccorso alle popolazioni, indispensabili per la salvaguardia della pubblica incolumità.
Con lo stesso Decreto n° 600/PC/2006 veniva autorizzata la spesa presunta di Euro 1.000.000,00 destinata a far fronte alle prime e più immediate esigenze di pronto intervento sul territorio e di soccorso alle popolazioni e per far fronte al rimborso ai comuni delle spese sostenute nella prima fase dell’emergenza, nonché per l’acquisto di materiali e attrezzature indispensabili.