L’intervento urgente di protezione civile in oggetto costituisce un ulteriore tassello per la messa in sicurezza della città, già duramente colpita dagli eventi alluvionali del novembre 2002. In quell’occasione si verificò una rotta arginale e le acque del fiume Noncello allagarono il centro raggiungendo i primi piani delle abitazioni poste nelle aree più depresse del capoluogo. La Protezione Civile della Regione intervenne con opere di pronto intervento per ripristinare la continuità della difese idrauliche in corrispondenza della rotta e, successivamente con intervento straordinario, per la diaframmatura e rialzo del tratto di argine sinistro del Noncello maggiormente danneggiato dall’evento di piena, tra il ponte di via Martelli e il ponte di Adamo ed Eva.I livelli idraulici raggiunti dal Noncello nelle piene sono dovuti alle particolari condizioni idrauliche del fiume Meduna, nel quale il Noncello confluisce a Prata di Sopra. Le acque di piene del Meduna, infatti, giunte in pianura, subiscono gli effetti dovuti al restringimento dell’alveo, si espandono nelle golene e rigurgitano allagando verso monte le “valli” dei corsi d’acqua affluenti come il Sentirone ed Noncello. In relazione alla distribuzione spazio temporale delle precipitazioni meteoriche in pianura che precedono l’arrivo dell’onda di piena proveniente dal bacino montano del sistema Cellina-Meduna, il Noncello viene inoltre alimentato dalle acque meteoriche raccolte dalla rete urbana di scolo e dalle acque di risorgiva provenienti da numerosissimi corsi d’acqua naturali che traggono origine dalla fascia di affioramento della falda freatica.
Nel realizzare i precedenti interventi di messa in sicurezza dell’argine sinistro del Noncello attuati dalla Protezione civile della Regione si è tenuto conto dell’assetto idraulico complessivo del sistema come pure dei lavori recentemente eseguiti presso la confluenza Meduna-Noncello ove, da un lato è risultato necessario ripristinare il profilo altimetrico della corona dell’argine destro del Meduna e del suo affluente Sentirone per la messa in sicurezza di Prata di Pordenone, dall’altro si è proceduto ad effettuare interventi di radicale pulizia della vegetazione presente nell’alveo del Meduna al fine di facilitare il deflusso delle acque di piena e deprimere in tal modo le quote di rigurgito e quindi gli allagamenti verso monte. I primi significativi effetti dei lavori post alluvione novembre 2002, effettuati nel 2003 - 2004, sono stati osservati nel corso della piena del 31/12 - 01/11 2004 in termini di minori livelli idrometrici raggiunti dal Noncello, rispetto ai valori attesi.
Tale evento di piena, pur di rilievo idraulico inferiore ai precedenti, ha comunque messo in luce la necessità di procedere alla diaframmatura e rialzo del tratto di argine sinistro del Noncello posto a valle degli interventi precedentemente realizzati dalla Protezione Civile della Regione. In particolare il tratto di argine a valle del ponte di Adamo ed Eva presenta un coronamento a quota nettamente inferiore a quella raggiunta dalle piene del 2002 e, trattandosi di un argine in terra, risulta quindi soggetto a possibile rottura in caso di tracimazione. Per tale ragione si è reso necessario procedere alla diaframmatura ed al rialzo dell’argine nel tratto considerato in continuità a quanto gia realizzato dallo scrivente ufficio nel tratto posto a monte del ponte di Adamo ed Eva.
L’intervento deve inoltre tenere conto dei seguenti aspetti:
- l’intera tratta posta a valle del ponte di Adamo ed Eva, fino al ponte Marchi, come pure un tratto di circa 60 m a monte del ponte di Adamo ed Eva, è stata oggetto precedentemente di interventi di impermeabilizzazione con la tecnica del jet-grouting;
- l’intervento deve consentire possibili successivi interventi di rialzo della quota arginale che venissero definiti dall’autorità idraulica competente (Direzione centrale ambiente e LL.PP. - Servizio idraulica) in un contesto di riesame complessivo delle opere di difesa idraulica esistenti;
- l’opera si trova in un’area di verde urbano di interesse ambientale nella vicinanza di un parco giochi e di una importante via pedonale di accesso al centro storico di Pordenone che utilizza il ponte di Adamo ed Eva;
- la continuità altimetrica della difesa idraulica andrà assicurata in corrispondenza del ponte di Adamo ed Eva, ove sono stati realizzati dal Comune recenti lavori di sistemazione ed arredo urbano, predisponendo una paratia antiesondazione mobile da porre in opera in caso di piena.
L’obiettivo dell’intervento è dunque assicurare la stabilità dell’argine nelle piene eccezionali mediante la realizzazione di un diaframma al suo interno atto ad interrompere i moti di filtrazione dell’acqua e capace di sostenere la spinta idrostatica anche in caso di tracimazione delle acque con parziale asportazione della scarpa in terra lato campagna. L’opera riguarderà inoltre il rialzo della tratta secondo la livelletta già assegnata nella parte realizzata a monte al fine di ridurre lo spessore della lama d’acqua sfiorante nel caso del ripetersi delle piene storiche di riferimento (1965-1966).
Il diaframma di sicurezza sarà costituito da un palancolato d’acciaio a tenuta realizzato mediante la vibroinfissione di palancole tipo Larsen all’interno dell’argine esistente. La struttura affiancherà sul lato a campagna le colonne consolidate con la tecnica del jet-grouting precedentemente realizzare per migliorare l’impermeabilità del manufatto.
La scelta dell’utilizzo delle palancole d’acciaio tiene conto di molteplici fattori primi fra i quali la necessità di realizzare l’opera in tempi rapidi, riducendo per quanto possibile l’impatto ambientale del cantiere in relazione al contesto di verde urbano all’interno del quale l’opera si colloca.
Il diaframma sarà costituito da palancole d’acciaio tipo Larssen 605K in acciaio tipo S 355 GP, di lunghezza L = 15.00 m, posto in opera mediante l’utilizzo di vibroinfissore ad alta frequenza. Seguirà la riprofilatura dell’argine con l’utilizzo di terre di adeguate caratteristiche granulometriche, la sistemazione finale della corona e della scarpata a campagna mediante la posa di stuoia antierosiva tridimensionale, stesura di terreno vegetale e risemina di tutte le superfici interessate dai lavori e dalle operazioni di cantiere.
Le due estremità dell’argine presso il ponte di Adamo ed Eva risulteranno raccordate al piano viabile con scarpe in terra all’interno delle quali verranno posizionate le strutture di connessione all’argine della paratoia mobile.
Lunedì 25 settembre 2006
Pordenone