Sabato 6 marzo 2010 Papa Benedetto XVI ha ricevuto in udienza, nell’Aula Paolo VI, i funzionari e i volontari della Protezione Civile giunti da tutta Italia in rappresentanza di quanti hanno operato nell’emergenza-terremoto in Abruzzo. A undici mesi esatti dal sisma che il 6 aprile 2009 sconvolse L'Aquila, la Protezione civile italiana ha voluto ricordare con l'incontro con il Pontefice l'impegno profuso nelle zone colpite. Anche 300 volontari di protezione civile dei Gruppi comunali del Friuli Venezia Giulia, delle Associazioni regionali degli Alpini, dei Carabinieri, dei Cinofili, della Croce Rossa, dei Radioamatori e del Soccorso Alpino e dell’Agesci (Associazione guide e scout cattolici italiani), guidati dall’Assessore regionale alla Protezione civile del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi, e dal direttore centrale, Guglielmo Berlasso, erano presenti nella Sala Nervi della Città del Vaticano.
All'inizio dell'udienza il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e Capo Dipartimento della Protezione civile, Guido Bertolaso, alla presenza anche del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Gianni Letta, ha salutato Papa Benedetto XVI. Il dottor Bertolaso ha lodato l'impegno dei volontari "È impossibile quantificare i frutti della disponibilità, della solidarietà e dell'avvicinarsi con amore al prossimo in difficoltà". Ed ha inoltre sottolineato come la Protezione Civile ha dato all’Italia "un vero e straordinario patrimonio operativo ma soprattutto etico".
Il Papa, nel Suo discorso, ha ricordato i principali interventi della Protezione civile come per il terremoto di San Giuliano di Puglia e per quello dell'Abruzzo, ma anche per la Giornata mondiale della gioventù del 2000 a Roma e per i funerali di Giovanni Paolo II nel 2005.
"Voi costituite una delle espressioni più recenti e mature della lunga tradizione di solidarietà che affonda le radici nell’altruismo e nella generosità del popolo italiano" ha affermato il Pontefice sottolineando poi che "le finalità e i propositi della vostra associazione hanno trovato riconoscimento in appropriate norme legislative, che hanno contribuito al formarsi di un'identità nazionale del volontariato di Protezione Civile, attenta ai bisogni primari della persona e del bene comune".
Benedetto XVI ha poi rimarcato che la missione della Protezione Civile "non consiste solo nella gestione dell’emergenza, ma in un contributo puntuale e meritorio alla realizzazione del bene comune, il quale rappresenta sempre l’orizzonte della convivenza umana anche, e soprattutto, nei momenti delle grandi prove".
Per questo motivo il Papa ha paragonato i volontari al Buon Samaritano del Vangelo di San Luca, il quale oltre a fasciare le ferite del viandante percosso lo affida ad un albergatore affinché possa ristabilirsi insegnando così ad andare oltre l’emergenza e a predisporre il rientro nella normalità. Infine per Benedetto XVI "l’amore del prossimo non può essere delegato: lo Stato e la politica, pur con le necessarie premure per il welfare non possono sostituirlo. Esso richiede e richiederà sempre l'impegno personale e volontario. Per questo i volontari non sono dei «tappabuchi» nella rete sociale, ma persone che veramente contribuiscono a delineare il volto umano e cristiano della società".
Il Pontefice, prima di congedarsi, ha pregato davanti all'icona della Madonna della Protezione che gli è stata donata dei volontari.