Il Friuli Venezia Giulia è caratterizzato da un sistema idrografico superficiale, per la parte del territorio collinare e di pianura, che si dispone generalmente in direzione nord-sud e sfocia nel Mar Adriatico; nel territorio montano, invece, il sistema idrografico si dispone a percorrere le varie valli che generalmente sono orientate secondo due direttrici principali, nord-sud e est-ovest, avendo esso stesso contribuito alla modellazione del territorio.
Il carattere idrologico dei corsi d’acqua è estremamente diversificato, infatti vi si trovano corsi d’acqua a carattere prevalentemente torrentizio con portate generalmente basse o nulle e portate di piena elevate, corsi d’acqua di origine da risorgiva le cui portate sono generalmente stabili e i picchi di piena non si discostano significativamente dalla portata media, ed infine i corsi d’acqua principali che per un lungo tratto iniziale si comportano come torrenti e via via che si sviluppano lungo il proprio corso raccolgono portate sempre maggiori e si trasformano in fiumi con portata media significativa.
Si ricordano infine le “lavie”, ovvero corsi d’acqua aventi area contribuente limitata che recapitano in ampie aree della pianura senza avere un recapito in corso d’acqua o al mare.

Il sistema idrografico superficiale del territorio regionale presenta una caratterizzazione tipologica tale da potersi inserire in uno dei seguenti gruppi:
Un accenno particolare merita la “linea delle risorgive”, costituita da una ideale linea con direzione ONO-ESE che percorre tutta la pianura da Sacile passando per Pordenone, Codroipo, Palmanova e concludersi poi a Monfalcone; lungo tale linea, per una combinazione di substrati più o meno impermeabili, si registra l’affioramento delle falde freatiche che conducono le acque ipogee dall’alta pianura friulana verso il mare attraverso numerosi fiumi e canali. Più a sud della linea delle risorgive le falde artesiane apportano al sistema idrografico superficiale le loro acque.
Nel bilancio idrico della regione Friuli Venezia Giulia si deve inoltre ricordare lo scambio che avviene con le altre regioni (Veneto) e con i vicini stati (Austria e Slovenia) attraverso la rete idrografica; infatti mentre per i bacini dello Slizza, del Vajont e del Livenza le acque cadute in territorio regionale si trasferiscono a corpi idrici che si sviluppano anche al di fuori del territorio, per l’Isonzo si verifica che le acque cadute nel suo bacino, che si sviluppa per una parte nel territorio della Slovenia, scorrono nel tratto regionale fino a sfociare nel mar Adriatico.
La suddivisione amministrativa del territorio, sotto l’aspetto gestionale idraulico, rispecchia i tre livelli amministrativi definiti dalla L. 183/89, e nella fattispecie troviamo bacini idrografici aventi rilevanza nazionale (Isonzo, Tagliamento, Livenza), interregionale (Lemene – Veneto) e regionale (corsi d’acqua che recapitano nella laguna di Grado e Marano e del Carso triestino).