Il rischio geologico nella Regione Friuli Venezia Giulia è molto elevato, a causa della concomitanza di condizioni geologiche, morfologiche, orografiche e climatiche in generale che rendono il territorio regionale frequentemente soggetto a fenomeni di dissesto quali frane ed esondazioni fluviali.


Il fattore geologico è particolarmente significativo per vari motivi. Innanzi tutto ricordiamo che in questa Regione sono ampiamente diffusi i litotipi di origine terrigena e di natura marnoso-arenacea, siltitica o argillitica, fittamente stratificati. Si tratta di formazioni facilmente alterabili dall’azione disgregatrice operata dagli agenti atmosferici, e dalla pioggia in particolare, che le rendono soggette a dissesti per lo più di tipo superficiale e su aree limitate, ma che in situazioni localizzate (elevata acclività, circolazione idrica profonda) possono essere anche di tipo profondo e occupare ampie superfici o addirittura, come ad esempio nel bacino del T. Moscardo, possono dare origine a dissesti che occupano superfici di diversi kmq.

I litotipi carbonatici (calcari e dolomie) massici o in grosse bancate, dalle ottime caratteristiche di resistenza meccanica, sono invece soggetti a fenomeni di crollo o di ribaltamento di diedri rocciosi di volumi anche importanti, questo per effetto delle condizioni di fitta fratturazione della massa rocciosa conseguente all’intensa tettonizzazione subita dal territorio regionale, inserito in un contesto di grandi spinte orogenetiche (si pensi che il massimo raccorciamento crostale conseguente alle spinte compressive erciniche ed alpine si è avuto in questo settore delle Alpi).
È così molto frequente riscontare estese superfici ove le rocce a comportamento più rigido si presentano sotto forma di catacalsiti, oppure sono interessate da superfici di separazione aventi elevata estensione e continuità, tali da garantire, anche per effetto delle condizioni di acclività ed esposizione del versante, gradi di libertà di movimento ai diedri rocciosi definiti dall’intersezione di queste discontinuità.
Ricordiamo poi che le nostre valli hanno subito importanti fenomeni di modellazione da parte del glacialismo quaternario, che ha approfondito i fondo valle rendendo più acclivi i versanti.
Al ritiro dei ghiacci si è verificato un sensibile detensionamento della massa rocciosa, fino ad allora compressa dalla massa glaciale, con l’allentamento delle resistenze e la conseguente predisposizione dei versanti al distacco di blocchi lapidei.
Un altro fattore che può essere considerato tra le cause predisponenti dei dissesti più frequenti in regione è l’elevata energia dei rilievi presenti, con un’elevata acclività media dei versanti dei rilievi montuosi e collinari. I rilievi più elevati quasi raggiungono i 3000 m s.l.m. e per effetto della relativa vicinanza del mare, distante al massimo 100 km, si caratterizzano per le pendenze medie molto elevate, che determinano estesi ed ingenti fenomeni di erosione superficiale, con grandi quantità di detrito che confluisce nel reticolo idrografico.

I corsi d’acqua di tutti i livelli in Regione Friuli Venezia Giulia sono così caratterizzati da un trasporto solido molto elevato, alimentato da erosioni spondali e dal trasporto dei rii minori, e in grado di essere mobilitato per effetto delle abbondanti portate liquide. Queste ultime sono a loro volta conseguenza del fatto che la Regione Friuli Venezia Giulia è caratterizzata da una piovosità molto elevata, dovuta alle correnti sciroccali cariche di umidità che dal vicino mare Adriatico si dirigono verso l’interno e costrette ad una rapida risalita adiabatica dai rilievi prealpini danno luogo a precipitazioni molto abbondanti.