Il laser scanner terrestre è una tecnologia che è stata introdotta di recente nel campo del rilevamento; l’apparecchiatura permette di ricostruire modelli tridimensionali attraverso la registrazione di scansioni singole o multiple.
La strumentazione, generando un impulso laser infrarosso, registra parte del segnale riflesso dell’oggetto colpito. L’unità di misurazione del tempo rileva l’intervallo tra l’emissione del segnale e l’impulso di ritorno, essendo nota la direzione del raggio nello spazio rispetto ad un sistema di riferimento interno allo strumento, ogni singolo punto viene posizionato con coordinate x, y, z relative, registrandone anche l’intensità di segnale in funzione della riflettività del materiale colpito. Le scansioni permettono così di acquisire in tempi brevi milioni di punti in modo automatico, coniugando alla velocità d’esecuzione un’elevata accuratezza.

Il territorio regionale negli ultimi anni è stato colpito da diversi eventi naturali calamitosi che hanno spesso costretto all’intervento la Protezione Civile della Regione e le migliaia di volontari attivi nella Regione Friuli Venezia Giulia. L’impatto notevole dei problemi idrogeologici come frane, smottamenti, problematiche idrauliche degli alvei di fiumi e torrenti, deve essere affrontato con le migliori tecnologie disponibili, al fine di assicurare la corretta tutela dell’ambiente ma soprattutto della popolazione, intervenendo nel monitoraggio e nello studio dei fenomeni che possono rivelarsi pericolosi per la comunità.
A tal fine la Protezione Civile della Regione si è dotata di un laser scan terrestre ILRIS-3D della Optech, che per le sue applicazioni tecniche, rappresenta attualmente uno dei più veloci strumenti investigativi nel campo ingegneristico, ambientale e architettonico. Tale strumento acquisisce nuvole di punti irregolari che permettono di definire in maniera molto precisa la geometria degli elementi investigati.
I rilievi possono essere effettuati a distanze variabili da 3 a 2000 metri a seconda della riflettività del target, trovando molti campi di impiego tra cui l’architettura, la geologia, l’ingegneria civile, la conservazione dei beni culturali e tutte quelle situazioni dove sono indispensabili rapidità, precisione e/o limitata e difficoltosa presenza degli operatori.
Le differenze tra il rilievo mediante l’utilizzo di laser scan e quello con una stazione totale topografica sono essenzialmente di due tipi: la velocità e il procedimento di acquisizione dei dati. Infatti il laser rileva in modo automatico una quantità pari a 2000 punti al secondo, mentre la stazione totale, oltre a richiedere l’intervento continuo dell’operatore, ha un tempo di acquisizione notevolmente maggiore per ogni singolo punto. Inoltre l’enorme numero di punti che il sistema laser scan riesce a fornire, permette un sovracampionamento, aumentando notevolmente la qualità del rilievo.
Per quanto riguarda il procedimento d’acquisizione dei dati, il laser scan richiede unicamente la scelta della densità della griglia dei punti (variabile in funzione della distanza strumento-oggetto), mentre la stazione totale implica l’individuazione e la scelta di numerose variabili topografiche. Inoltre, le stazioni totali classiche richiedono generalmente la presenza di uno o più canneggiatori sul luogo del rilievo, non sempre possibile o agevole in zone impervie od in situazioni d’alto rischio.