Rete Accelerometrica del Friuli

La rete accelerometrica del Friuli-Venezia Giulia (RAF) è stata installata dal Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università degli Studi di Trieste negli anni 1993-95, nell'ambito di progetti scientifici europei, in collaborazione con l'ENEL -DCO di Roma e lo Swiss Sismological Service dell’ETH di Zurigo. La misura dell'accelerazione del suolo durante eventi sismici è un parametro essenziale ai fini di prevenzione e di protezione civile perché permette il controllo del territorio e la valutazione dell'impatto dei sismi sul costruito e sulle infrastrutture (potenziale di danneggiamento). Per questi motivi dal 2000 esiste una convenzione tra DST e laRegione Autonoma Friuli Venezia Giulia - Protezione Civile per la gestione della RAF ed il suo utilizzo ai fini di protezione civile.  La RAF è configurata per registrare i valori accelerometrici in siti di particolare interesse nell'area sismica del Friuli Venezia Giulia e consente di stimare scenari realistici di danneggiamento. La RAF è attualmente costituita da 14 accelerometri digitali a tre componenti, dotati di sensori con un'ampia dinamica ed un'ampia banda di frequenza, accoppiati con acquisitori da 12 a 24 bits. Tale configurazione permette di ottenere ottime registrazioni, anche alle basse frequenze (< 1 Hz) sia per gli eventi vicini che per quelli più lontani. Gli Accelerometri sono strumenti che generalmente non saturano, cioè registrano sempre segnali completianche in caso di terremoti forti e vicini. Per questi eventi è particolarmente importante una stima immediata del valore di accelerazione di picco, o di altri parametri ingegneristici, da utilizzare per stimare il danno.

Nel 1997, infatti, è stato possibile registrare le scosse principali del terremoto Umbro-Marchigiano e, nel 2001, quelle dell’evento di Merano. La registrazione di eventi a diverse distanze risulta essenziale per studi di attenuazione, i cui risultati sono essenziali, tra l'altro, per la preparazione delle carte di pericolosità sismica. La possibilità di registrare segnali accurati anche alle basse frequenze è di particolare importanza per la comunità scientifica che risulta sempre più interessata allo studio delle frequenze intorno e al di sotto di 1 Hz, particolarmente importanti per stimare la risposta sismica di costruzioni monumentali e palazzi sismicamente isolati.  

Finalità

Protezione Civile dopo l’evento

  • Stima dell’entita’ del danno e della sua estensione

  • Validazione ed aggiornamento delle carte di pericolosita’ sismica

  • Gestione dell’emergenza e pianificazione urbanistico-territoriale nella ricostruzione

Ricerca scientifica per l’attivita’ di prevenzione della Protezione Civile

  • Realizzazione di possibili scenari di danneggiamento

  • Studio della fisica della sorgente sismica

  • Studi di propagazione e di attenuazione dell’energia sismica

  • Stima degli effetti di sito e microzonazione

  • Definizione dell’input sismico per siti di interesse particolare

Per studiare la risposta sismica di siti con diverse caratteristiche geologiche, a Gemona sono state installate alcune stazioni: su roccia (GEPF, stazione di riferimento), sul conoide alluvionale (GESC) e nel bacino sedimentario (GETM). Dagli spettri di risposta ottenuti dalle registrazioni relative al terremoto di Bovec-Krn (Slovenia) del 1998 (magnitudo locale 5.6), e del recente terremoto della Carnia del 14/02/2002, si nota bene la diversa amplificazione dell’accelerazione nelle stazioni GEPF e GESC, dovuta ai due tipi differenti di sedimenti superficiali su cui le due stazioni poggiano, rispetto alla stazione di riferimento su roccia, e la frequenza a cui l’amplificazione avviene. Gli spettri di risposta simulano la risposta di edifici con diversa frequenza propria alle sollecitazione dovute al terremoto e permettono, quindi, di stimare i possibili danni a seconda delle caratteristiche dell’edificio. Per le stesse ragioni sono state installate le stazioni di Stolvizza (STOL) in Val di Resia, e la stazione di palazzo Carciotti (CARC) situata nel centro di Trieste in un edificio storico in una zona densamente popolata, con effetti di sito particolarmente rilevanti. Lo studio delle registrazioni di queste stazioni, dà un contributo significativo alla definizione del rischio sismico, non solo nei siti dove sono ubicate queste stazioni, ma anche nelle aree circostanti della regione Friuli Venezia Giulia. Dati utili, a tal fine, risultano quelli registrati in occasione del terremoto di Bovec del 1998, del recente evento della Carnia del 14 febbraio 2002 e del 12 luglio 2004 a Bovec.

Presso il DST esiste e viene aggiornato in continuazione un database contenente le registrazioni della RAF ed un'analisi preliminare dei dati in termini di risposta spettrale. Inoltre, viene annualmente pubblicato un rapporto, contenente i dati della rete. Nei sette anni di attività della rete sono state registrate circa 519 forme d’onda (tre componenti), corrispondenti a 313 eventi circa con magnitudo locale compresa tra 1.5 e 5.9.

Esempio di registrazioni contenute nel database della RAF: evento del 12 aprile 1998 registrato dalla stazione GETM situata nel bacino sedimentario
Esempio di registrazioni contenute nel database della RAF: evento del 12 aprile 1998 registrato dalla stazione GETM situata nel bacino sedimentario